sabato 23 maggio 2009

La speranza riparte dai più piccoli: una giornata ad Onna e San Gregorio con la troupe di TRSP

Nel caldo mattino di mercoledì 13 maggio, con una troupe di Trsp ci rechiamo ad Onna, l’antica Villa Unda (dal latino unda, «onda»), la piccola frazione aquilana situata nei pressi della confluenza tra la Vera e l’Aterno. Davanti a noi un ampio lastricato di ghiaia, un albero la cui folta chioma con la sua ombra protegge dai raggi solari alcuni volontari e sul tronco una targa reca la scritta: Piazza Umberto I.

Tra le volontarie ad accoglierci con un sorriso anche don Oreste Stincone e suor Maria Lilia. Loro, insieme ad alcune maestre, sono i primi volti della speranza incontrati. Nei loro occhi una luce forte e chiara, figli di una speranza che si prepara ad essere concretizzata con la riapertura della scuola primaria. Accanto alle suore della Presentazione, le maestre di sempre Elisa e Anna Rita: a loro è affidato il compito della risurrezione di questa comunità insieme ai piccoli che saranno gli adulti di domani. Compito difficile ma necessario.

Dietro, sullo sfondo brilla il Gran Sasso ancora innevato e bianco che riflette il blu delle tendopoli, i prati verdi, i meli in fiore. Nell’aria si avvertono profumi freschi che riportano alla memoria quelle torte profumate dalle mele “renette” tanto care agli abitanti di Onna… Sono gli elementi che madre natura regala a tutti i bambini per ispirare i loro disegni, e da lì che bisogna ripartire, dai loro colori, dai loro acquerelli, perché dai loro prati sbocceranno i fiori della nuova vita. Anche Gesù disse: «Ti benedico o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt. 11,25).

Si intravede all’ingresso un’altra forma di carità, quella dei “dottor clown”, che da alcune settimane cercano di far sorridere bambini ed adulti, invitandoli a parlare delle loro forti e crudeli emozioni vissute. Portano il loro naso rosso tra le tendopoli sempre con lo stesso spirito di servizio e serenità: lo spirito di chi rispetta il dolore ma ha gran voglia di vivere intensamente la vita, mettendosi all’ascolto dell’altro. Il dott. Panciotta: «…Cerchiamo di far uscire dall’interno delle persone le scene apocalittiche vissute e portarle altrove! ».

Continuiamo a guardarci intorno. L'attenzione si sposta su di un tendone giallo adibito a Chiesa, voluto intensamente fin da subito da don Cesare Cardozo, parroco di San Pietro. All’interno la statua della Madonna di Loreto donata dai loretani. Recuperata tra le macerie anche la pregiata statua lignea quattrocentesca della Madonna, momentaneamente conservata e sistemata in un container.

Il sacerdote venezuelano, per sostenere tutti gli abitanti, ha sistemato assieme ai Vigili del Fuoco le antiche campane dei Martiri al fianco della chiesa-tenda: il loro suono rappresenta l’unione fra cielo e terra, ad esse è riconosciuto il potere di purificare e richiamare, sono considerate la “Voce di Dio”. Segno caratteristico di questo piccolo borgo di montagna, dove i rintocchi dei vari campanili si rincorrono da secoli nelle valli. È il richiamo collettivo quotidiano dalle prime luci dell’alba all’imbrunire, è simbolo di appartenenza, segno di identità specifica, segnala la via giusta ai pellegrini in cammino alla ricerca del nuovo giorno.

Torna alla mente il noto capolavoro letterario dello statunitense Hemingway: Per chi suona la campana. E gli abitanti di Onna, come i protagonisti del romanzo, attraversano difficoltà e sofferenze ma le vibrazioni non annunciano solo la morte; al di là di ogni errore e distruzione i rintocchi lenti e profondi sono regolatori della vita, segno di forza e libertà per “rinascere” e dar spazio all’amore, all’amicizia e alla condivisione nell’ora in cui suona la campana.

Lasciamo Onna ma presto torneremo a farle visita, il tempo urge. Dopo pochi chilometri raggiungiamo il paesino di San Gregorio, ad accoglierci la madre generale delle suore della Congregazione del Sacro Cuore “Ferrari”, suor Lidia, donna di profonda vita interiore che accompagna le giovani consorelle nel lungo cammino di ricostruzione. Abbiamo condiviso con loro un pasto veloce all’interno di un container.

Dai volti di queste sorelle si irradia un calore ed un sorriso penetrante, segni importanti in tempi di forte coraggio, in cui la fede in Dio va intensamente nutrita nonostante i disagi e le difficoltà terrene. Che la loro missione e professionalità non venga mai meno in momenti delicati come questi. I loro bambini – circa sessanta – sono sfollati sulla costa nell’attesa di ritornare nella loro scuola.

La speranza qui si sta concretizzando grazie all’aiuto degli Alpini di Caltrano (Vicenza). Alcuni li abbiamo incontrati sul campo da lavoro: Antonio Zavagnin, Gastone Zordan, Giuseppe Gasperi, Massimiliano Cortese, Ilario Toldo e Marino Toldo. Sono i costruttori della prima casa-asilo in legno per i terremotati dell’Aquila. Segno visibile, vitale e importante per far tornare alla normalità i piccoli bambini della Scuola dell’Infanzia paritaria “Baldassarre Nardis”.

Le religiose sono un riferimento importante per i bambini, con il loro amore mirano a formare tutta la persona fin dalla tenera età: mente, cuore e carattere. Con la loro delicatezza cercheranno di dare un senso alla vita, a quanto accaduto e a ricordare gli amici che non ci sono più, in modo particolare suor Anna Maria. Ricominciare nel rispetto della vita e della dignità umana, come hanno sempre fatto, vivendo esclusivamente attraverso il contributo di offerte volontarie.

Accanto alle sofferenze, al dolore di queste popolazioni, vi è tutta la Chiesa, desiderosa di aiutare a ricostruire quanto è stato gravemente danneggiato. La presenza dei sacerdoti, religiosi e religiose sul campo vuole essere un segno tangibile che il Signore crocifisso è risorto e non abbandona i suoi fratelli. Una risposta a tanto dolore passa anche attraverso la nostra solidarietà che non si può limitare solo all’emergenza iniziale, ma deve diventare un concreto sostegno nel tempo.

Morena Del Coco

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