martedì 19 maggio 2009

La processione di Vacri


Si è rinnovata, come ogni anno, nella seconda domenica di maggio, un’antica tradizione che affonda le sue radici nel XVII secolo: il devoto pellegrinaggio a piedi dell’intero paese di Vacri all’immagine della Madonna delle Grazie conservata nella piccola chiesa di Santa Maria della Croce in località Setteventi di Francavilla.

Anche quest’anno, nel cuore della notte (alle 2.00 per la precisione) tra sabato 9 e domenica 10 maggio, circa cinquecento vacresi, insieme ad altri devoti giunti in paese dalle località limitrofe, hanno intrapreso a piedi il percorso, di circa 18 km., lungo le vecchie strade comunali che congiungono Vacri a Villamagna, Ari, Miglianico e Francavilla, dove sono giunti alle 7.00 per onorare la sacra immagine della Madonna. Poi, ancora in processione, i pellegrini si sono spostati nella chiesa di San Franco per la celebrazione della Messa.

Dopo un po’ di riposo, i devoti alle 14.00 hanno affrontato, sempre a piedi, il percorso inverso, fermandosi in ogni paese attraversato, accolti con gioia (ed anche qualche ristoro) dai sindaci e dalle popolazioni. La tradizione del pellegrinaggio alla Madonna delle Grazie, di cui hanno scritto gli storici Giuseppe De Virgilio e Giuseppe Iacone, trae origine probabilmente dal sogno di una veggente del XVII secolo, donna Laura di Francavilla, a cui apparve la Madonna che era conservata nella chiesa di Vacri.

Un’altra tradizione, invece, farebbe risalire il pellegrinaggio all’arrivo di profughi cristiani dalmati, scacciati dai turchi, che portarono con sé la sacra immagine della Madonna delle Grazie, che conservarono a Francavilla, anche se essi si stabilirono nelle campagne tra Vacri ed Ari.

Ma gli anziani del paese tramandano una terza ipotesi: quando nel 1600 le campagne di Vacri furono devastate da furiose grandinate, che puntualmente ogni anno si abbattevano sul paese, il popolo vacrese, disperato ma al contempo speranzoso, si rivolse alla Vergine facendo voto di andare in processione ogni anno alla chiesa della Madonna della Croce, in Francavilla, se li avesse liberati da quel tormento. Da allora Vacri non ha più sofferto danni simili.

Antonello Antonelli

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