sabato 23 maggio 2009

Sui passi di Alessandro Muzio: il pellegrinaggio Pollutri-Casalbordino

Quel giorno in cui Alessandro Muzio con animo ansioso e passo indeciso, caratteristica deambulazione di chi vuole arrivare e nel contempo ne farebbe a meno per paura di constatare una spiacevole realtà, procedeva verso il suo campicello e all’improvviso si ritrovò in ginocchio davanti alla SS.ma Vergine, avrà stretto con tutta la sua forza quel rosario che fino ad un istante prima gli permetteva di conteggiare i Pater e le Ave.

Paura, gioia, incredulità: quali sensazioni avrà provato? D’un tratto da semplice contadino a veggente di sì celestiale figura. Il solo cercare di immaginare la realtà di quel momento mi trasmette una dimensionalità di pensiero che mi fa sentire annichilito davanti all’immensità dell’evento.

Un incontro non con un ET ma con chi di più caro possa esserci, eppure un senso di sbigottimento non può non avvertirsi. Forse nella stessa circostanza, un po’ tutti noi andremmo a provare la stessa sensazione di quando, la nostra madre terrena ci scopriva con il muso addolcito da quella graziosa sostanza che avevamo appena prelevato dalla zuccheriera.

Momenti simili, intensi di amore filiale-materno, nel mentre dovrebbero esaltarci in realtà ci confondono, le impurità umane riescono ad offuscare anche simili sensazioni. L’impurità del peccato riesce a farci avere paura della persona che ci vuole più bene e che quotidianamente ci accarezza con il sorriso della vita. Quella impurità che ci ha fatto scoprire la pochezza della nudità fisica (mi sono nascosto perché nudo) e che poi ci ha indotto a negare il senso del rapporto fraterno (sono forse il custode di mio fratello?).

Il prossimo 30 maggio ripercorreremo il tragitto effettuato da Alessandro in quel lontano 11 giugno 1576. Sicuramente saremo in tanti, come oramai è consuetudine, e, guidati da mons. Forte con l’infaticabile don Giuliano, andremo da Pollutri, verso il santuario di Miracoli, recitando quel rosario che un tempo quotidianamente, nelle ore serali, “borbottavano” i nostri vecchi.

Sarà sicuramente un altissimo momento di fratellanza, solidarietà e gioia: viviamolo con spirito sereno e riconciliato, non come una passeggiata fuori le mura cittadine.

Gabriele Di Virgilio

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