martedì 19 maggio 2009

Vivi nel grembo di Dio: la messa per i giovani morti a L'Aquila




Mercoledì 6 maggio. Un mese fa, alle 3.32 della notte la terra ha tremato e ha portato distruzione e morte. Giorni di attesa e di speranza per alcuni nostri ragazzi che sono presto mancati all'appello.

Ma non c'è stato niente da fare per Maurizio Natale, 21 anni, di Monteodorisio e poi, a seguire, per Michele Strazzella, 28 anni, di Chieti; Enza Terzini, 21 anni, di Tocco da Casauria; Ivana Lannutti, 22 anni, di Atessa; Giustino Romano, 24 anni, di Torrevecchia Teatina e Davide Centofati, 21 anni, di Vasto.

E per ricordare questi giovani padre Bruno ha celebrato l'Eucaristia nella cripta di San Giustino a Chieti. Si sono radunati, assieme ai genitori e ai familiari dei nostri ragazzi, anche tanti amici, soprattutto tanti giovani, per pregare ed essere confermati nella speranza della risurrezione.

In cripta le telecamere di Trsp erano presenti alla celebrazione – in verità l'emittente è sempre intervenuta nei momenti importanti della vita della nostra Chiesa – e hanno riproposto la Messa ad una platea allargata.

Alla celebrazione erano presenti i parroci dei ragazzi: don Michelangelo Tumini di Chieti, per Michele; don Gianni Sciorra di Vasto per Davide; don Michele Persichitti di Tocco Casauria per Enza; don Claudio Pellegrini di Montemarcone di Atessa per Ivana e chi scrive, da Torrevecchia Teatina per Giustino. Mancava solo don Nicola Antonini, di Monteodorisio, paese di Maurizio, a cui era morta l’anziana mamma il giorno precedente ed era impegnato con il funerale. Anche per questa santa donna padre Bruno ha rivolto preghiere di suffragio al Signore.

Ha invitato alla speranza, il presule teatino, ha incoraggiato le mamme e i papà di questi ragazzi. Partendo dalle domande terribili: Perché? Perché Dio ha permesso questo? Dov'era in quel momento? Ha ricordato che nel volto di Cristo crocifisso si manifesta in pienezza l’amore salvifico di Dio. Morti in Cristo, allora, questi ragazzi sono vivi in lui e contemplano il volto d’amore del Padre celeste: «Dall'abbraccio del nostro affetto terreno, sono passati all'abbraccio di Dio».

E usando l'immagine della mamma che porta in grembo i propri figli, ha ricordato che noi tutti, su questa terra, siamo «nel grembo di Dio», e come i bambini nel grembo delle proprie madri non vedono e non sentono, «anche noi nella notte del mondo non vediamo Dio, possiamo solo ascoltare la voce. Ma, poi, nascendo alla luce, gli occhi del bambino si aprono alla luce della mamma, del papà; così, quella notte del 6 aprile, i nostri ragazzi hanno aperto gli occhi alla luce di Dio e ora contemplano il suo volto».

La celebrazione è proseguita intensa e partecipata. I parroci sono stati invitati La fede ha illuminato i cuori affranti di genitori, fratelli e sorelle, nonni e nonne di questi cari giovani e diradato un po’ di tenebre riportando germi di fiducia e di speranza. Al termine dell'Eucaristia, padre Bruno ha consegnato ai presenti l’immaginetta del crocifisso dell’altare maggiore della cattedrale e invitato a recitare l’antica preghiera anonima stampata sul retro del cartoncino.

Rocco D'Orazio

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